sabato 31 dicembre 2011

"Lo senti chi parla?"

"Lo senti chi parla?"
Un titolo accattivante per una giornata di alta rilevanza sociale organizzatasi in Italia ad opera della Fli (Federazione Logopedisti Italiani) e del CPLOL (Coordinamento dei Logopedisti europei).
Locandina della Giornata europea della Logopedia

Il 6 marzo 2011 si è tenuta in Italia una manifestazione molto importante a livello europeo: La Giornata europea della Logopedia. In quest'occasione l'argomento di maggior discussione fu l'"ipoacusia inantile" che colpisce centomila under 14.

 
Inoltre, si è venuti a conoscenza da uno studio del New York University Medical Centre che i bambini che vivono con genitori fumatori hanno più probabilità di avere infezioni all'orecchio o problemi di udito. Infatti, secondo gli scienziati, "l'esposizione al fumo causerebbe infiammazioni nell'orecchio, che unite all'acqua che potrebbe entrare, creerebbe un ambiente ideale per la crescita dei batteri, e quindi delle infezioni."


Alcuni accorgimenti che i genitori possono attuare per comprendere se il bambino necessita di una visita audiologica maggiormente approfondita sono fondamentalmente i seguenti:
  • visualizzare l'assenza di feedback positivo quando il bambino viene chiamato;
  • prestare attenzione se non alza la testa in presenza di rumori forti o fastidiosi;
  • verificare se è in ritardo con le prime parole (o addirittura con le lallazioni).
In questi casi si potrà avere una certezza maggiore con il Boel Test che il pediatra di fiducia esegue di routine e che consente di valutare la qualità dell'udito.

giovedì 29 dicembre 2011

"Le vibrazioni: riusciamo a PERCEPIRLE."

"Uno dei compiti, o se preferiamo delle missioni, di ogni musicista è quello di portare la musica dove non c'è."
Sergio Quarta, ideatore dell'avventura dei Deaf Drums Road.

I Deaf Drums Road durante un'esibizione.
Questa formidabile esperienza è nata nel 2000 grazie a Sergio Quarta che - invitato a tenere un laboratorio musicale al quale avrebbero partecipato anche alcuni non udenti che provenivano dal Convitto per sordi di Roma - è riuscito a raccogliere la sfida e a trasformarla in un progetto positivo. Deaf Drums Road, i "Tamburi sordi di strada", questo è il nome del primo gruppo di percussionisti sordi che ha visto la sua nascita dopo quest'esperienza. 
Il ritmo fu il complicato starting point del maestro. Infatti, una persona sorda dalla nascita - sia essa un bambino o un adulto - non può avere un riferimento ritmico regolare. Ciò deriva anche dal fatto che un infante sordo non ha la possibilità di ascoltare il primo ritmo che viene normalmente trasmesso da parte della madre: la ninna nanna.


L'idea innovativa che Quarta introdusse fu l'associazione di una sequenza ritmica ad alcune azioni quotidiane, prima fra tutte l'atto del camminare. Infatti, secondo il maestro "una persona sorda camminando riproduce, in maniera spontanea, una sequenza ritmica regolare, come fa una persona udente. Tenendo in grembo un tamburo e cercando di sostenere una camminata naturale, abbiamo fatto corrispondere, a ogni passo, un colpo prodotto con la mano per ottenere un effetto all’unisono, quindi lo sviluppo e la costruzione di un ritmo regolare, grazie anche allo studio della tecnica dei vari strumenti." I ragazzi con il passare del tempo sono riusciti a far "cantare" le loro percussioni anche da seduti proprio come hanno potuto mostrare al Global Junior Challenge del 2009. 

Inoltre, possiamo sostenere anche un ulteriore vantaggio della musica, quello dell'aumento della socializzazione. Infatti, quest'incredibile esperienza è riuscita così tanto a rafforzare il legame tra i giovani del Deaf Drums Road che tra di loro si chiamano "fratelli", figli della stessa madre la musica.
Ciò che all'apparenza poteva sembrare un ossimoro è diventato una realtà concreta.

"Noi riusciamo a suonare grazie alle vibrazioni che rimbombano all'interno dei tamburi, riusciamo a percepirle. Naturalmente dobbiamo studiare il ritmo, la matematica, per riuscirci. Dobbiamo prestare molta attenzione e seguire il nostro maestro, che ci fa capire se il ritmo della musica è lento o veloce. Il maestro ci ha aiutati a individuare il ritmo, spiegandoci che lo possiamo tenere camminando: se si fanno passi più brevi, il ritmo sarà più veloce, se i passi sono più lunghi, sarà più lento."
 Massimo, un componente dei Deaf Drums Road.


giovedì 22 dicembre 2011

Un LIBRO sotto l'albero.

L'atmosfera natalizia è già alle porte e una parte di voi non ha ancora pensato agli ultimi regali? 
Cosa c'è di più semplice e arricchente per l'anima di trovare un libro sotto l'albero? 


Un'opera la cui trama mi ha molto colpito, e che senza ombra di dubbio prossimamente leggerò, è "Lettera a mia figlia" di Renato Pigliacampo. L'autore - non udente sin dalla fanciullezza ed ora docente di Psicopatologia del minorato sensoriale e di Laboratorio dei linguaggi per il sostegno nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Macerata, oltre che scrittore, poeta e saggista - afferma "Non sono un narratore di storie. Io, nei miei libri, confesso di vivere."

Questo romanzo narra di una madre non udente che racconta alla figlia, la quale si trova a studiare all'Università di Roma, il suo incredibile passato. Dalle difficoltà incontrate in una scuola per udenti alla scoperta della propria identità linguistico-culturale in quelle che vengono chiamate "scuole speciali", dall'incontro al rinnovato affetto con il padre udente. Queste sono le tematiche che vengono principalmente approfondite dal racconto di questa donna. Questa sorta di libro-lettera è in grado di farci comprendere cosa voglia dire entrare in contatto, vivere e amare il Silenzio.


Se vi ho incuriosito consultate il sito ufficiale dell'autore per avere maggiori informazioni sulla sua vita narrativa e sulla sua attività sociale. 

Non mi resta che augurarvi un Natale colmo di gioia con la speranza che la musica natalizia infondi i cuori che ancora sono appesantiti dal pregiudizio che le persone sordomute  non siano in grado di percepire la musica e di emozionarsi.

domenica 11 dicembre 2011

L'arte di ASCOLTARE.

August Rush in una scena del film di cui è protagonista.

Questo è il messaggio portante del pensiero che August Rush, protagonista della pellicola "La musica nel cuore", voleva esprimere. Il mondo intero, e non un mondo prettamente musicale, è l'ambito in cui ognuno è in grado - se solo si ha una predisposizione a questo particolare atto - di recepire le vibrazioni. Ed è proprio questo che ritengo sia il principio basilare del rapporto uomo-mondo-musica.

Le vibrazioni sono in grado di essere recepite e percepite da ogni essere umano ed è per questa ragione che si afferma che "credere che il sordo non sente nulla è superstizione, come credere che se versi il sale accadrà una disgrazia." Infatti, è indispensabile ricordare che la ricezione del suono, secondo anche quanto sostiene la musicoterapia, si riferisce non solo agli organi uditivi ma anche al corpo, quello che nel linguaggio specifico viene chiamato "Corpo vibrante" (riprendendo anche un volume della Cremaschi). Quest'ultimo - che rappresenta il luogo simbolico dove la voce e il suono hanno origine - viene definito come quello starting point della gioia di partecipare attivamente alla comunicazione con gli altri e, in primo luogo, con se stessi.
In questo modo la Cremaschi afferma che i bambini sordi le hanno fatto apprendere che la parola (e il pensiero) è già in ogni individuo prima della nascita dal momento che proprio queste due capacità si formano a partire dal grembo materno - che viene denominato dall'autrice stessa  "Prima Orchestra". Possiamo ricordare quindi come sia evidente il fatto che ogni madre parla al proprio figlio con il cuore. Infatti, al bambino vengono trasmesse queste diverse pulsazioni che gli raccontano proprio le emozioni della madre. 

"Il suono è dentro all'uomo, prima che attorno all'uomo."
Edgar Willems

giovedì 1 dicembre 2011

Sikia, ascolta.

Una possibilità di istruzione rivolta anche ai bambini sordomuti. Questo è il fine principale che si prefigge di ottenere il nuovo progetto "Sikia Kenya". Una denominazione significativa, non trovate? Sikia, ascolta.
Bambini del progetto "Sikia Kenya".
L'iniziativa, resa possibile grazie ai fondi messi a disposizione dall'Antoniano di Bologna attraverso il "Fiore della Solidarietà", consente di donare (sì, l'istruzione è, oltre che un diritto, un dono) un luogo scolastico consono a più di 100 bambini sordomuti. Inoltre, l'obiettivo che si cerca di ottenere con "Sikia Kenya" è l'eliminazione dei pregiudizi che, in Africa, persistono riguardo ad un possibile collegamento tra sordomutismo e qualche forma di magia nera. Questo pregiudizio porta i genitori a tenere i loro figli in casa fino ai 6-9 anni, età in cui ogni bambino dovrebbe sviluppare quella che in gergo viene chiamata "socializzazione secondaria", vale a dire quel tipo di socializzazione che si mette in pratica anche con gli individui che non rientrano nel nucleo familiare. Ciò può portare molto frequentemente alla loro esclusione dalla vita sociale.
Questo è uno degli esempi più attuali che possono farci notare come il legame tra sordità e musica - che in questo caso è rappresentata dall'Antoniano e dalla trasmissione "Lo zecchino d'oro" - continua ad esistere.

 Possiamo affermare che, come sosteneva un saggio autore, "la vera musica è il linguaggio del cuore" perciò dal momento che tutti gli esseri umani, udenti e non, sono in grado di percepire e trasmettere emozioni in modi estremamente diversi, conoscono anche la musica .

sabato 19 novembre 2011

Sordomutismo: una patologia SOLO medica?

Aprendo un qualsiasi dizionario possiamo notare come la sordità sia definita come "una malattia dell'orecchio che si manifesta con la perdita totale o parziale dell'udito" e come, parallelamente, il mutismo sia definibile come "quella condizione per cui l'essere umano si trova nella condizione di non riuscire a comunicare tramite la voce e la parola". Di conseguenza, la maggioranza della collettività potrebbe arrivare a sostenere come il sordomutismo - che nella pratica si trova a rappresentare l'incontro tra le due condizioni precedentemente descritte - sia da considerare una limitazione e che, quindi, i soggetti sordomuti siano da discriminare o da etichettare come "diversi" o, ancor peggio, "anormali". Cercando di eliminare gli stereotipi e i pregiudizi che normalmente si creano attorno a questioni a noi sconosciute, credo sia fondamentale andare quotidianamente ad analizzare più a fondo questa particolare patologia.
Assenza di feedback uditivo, problematicità nella comunicazione, esclusione dal resto della realtà sociale nella quale ci si trova inseriti. Sono queste alcune delle problematicità sociali che i soggetti sordomuti si trovano ad affrontare nella vita di tutti i giorni. Solamente attraverso una proposta di mezzi comunicativi consoni, come ad esempio la LIS o la dattilologia, l'individuo sarà in grado di ottenere una qualità di vita migliore. 


Vi lascio con una strofa di una poesia autobiografica - che ho letto recentemente e che spero possa suscitare qualche riflessione - del dott. Willard J. Madsen, conosciuto a livello internazionale come insegnante, poeta ed esperto della lingua dei segni .

Che cosa c’è di più terribile che essere un bambino,
a scuola, in una stanza vuota di suono
con una maestra che parla e parla e parla;
e che quando ti viene vicino
si aspetta che tu abbia capito le sue parole?

Devi essere sordo per capire.

venerdì 18 novembre 2011

FabuLIS - link

Suggerisco questo link dove viene riportata un'esperienza diretta di una bambina sordomuta in una scuola primaria milanese. In "FabuLIS" viene mostrato come la Lingua Italiana dei Segni (LIS) - condivisa dall'intera classe dove la bambina si trovava inserita - può essere trasferita nell'ambito musicale. FabuLIS

Questo è il primo post

In questo blog tratterò del ruolo del gioco nello sviluppo sociale dei bambini sordomuti. Focalizzerò la mia attenzione soprattutto sulla relazione educativa, rivolta ai nostri soggetti educativi, esistente tra gioco e musica.
Penso che sia possibile questa unione anche se rivolta a soggetti con questo genere di disabilità. Credo infatti che - come affermerebbe Maria Zambrano - in ogni persona "il silenzio assoluto non esista spontaneamente. C'è sempre una vibrazione nell'aria (...) Accade che, se osserviamo il nostro spazio interiore, troviamo che non è mai vuoto e neppure taciturno. Siamo sempre in mezzo al brusio, fuori e dentro."