"Uno dei compiti, o se preferiamo delle missioni, di ogni musicista è quello di portare la musica dove non c'è."
Sergio Quarta, ideatore dell'avventura dei Deaf Drums Road.
I Deaf Drums Road durante un'esibizione. |
Questa formidabile esperienza è nata nel 2000 grazie a Sergio Quarta che - invitato a tenere un laboratorio musicale al quale avrebbero partecipato anche alcuni non udenti che provenivano dal Convitto per sordi di Roma - è riuscito a raccogliere la sfida e a trasformarla in un progetto positivo. Deaf Drums Road, i "Tamburi sordi di strada", questo è il nome del primo gruppo di percussionisti sordi che ha visto la sua nascita dopo quest'esperienza.
Il ritmo fu il complicato starting point del maestro. Infatti, una persona sorda dalla nascita - sia essa un bambino o un adulto - non può avere un riferimento ritmico regolare. Ciò deriva anche dal fatto che un infante sordo non ha la possibilità di ascoltare il primo ritmo che viene normalmente trasmesso da parte della madre: la ninna nanna.
L'idea innovativa che Quarta introdusse fu l'associazione di una sequenza ritmica ad alcune azioni quotidiane, prima fra tutte l'atto del camminare. Infatti, secondo il maestro "una persona sorda camminando riproduce, in maniera spontanea, una sequenza ritmica regolare, come fa una persona udente. Tenendo in grembo un tamburo e cercando di sostenere una camminata naturale, abbiamo fatto corrispondere, a ogni passo, un colpo prodotto con la mano per ottenere un effetto all’unisono, quindi lo sviluppo e la costruzione di un ritmo regolare, grazie anche allo studio della tecnica dei vari strumenti." I ragazzi con il passare del tempo sono riusciti a far "cantare" le loro percussioni anche da seduti proprio come hanno potuto mostrare al Global Junior Challenge del 2009.
Inoltre, possiamo sostenere anche un ulteriore vantaggio della musica, quello dell'aumento della socializzazione. Infatti, quest'incredibile esperienza è riuscita così tanto a rafforzare il legame tra i giovani del Deaf Drums Road che tra di loro si chiamano "fratelli", figli della stessa madre la musica.
Ciò che all'apparenza poteva sembrare un ossimoro è diventato una realtà concreta.
"Noi riusciamo a suonare grazie alle vibrazioni che rimbombano all'interno dei tamburi, riusciamo a percepirle. Naturalmente dobbiamo studiare il ritmo, la matematica, per riuscirci. Dobbiamo prestare molta attenzione e seguire il nostro maestro, che ci fa capire se il ritmo della musica è lento o veloce. Il maestro ci ha aiutati a individuare il ritmo, spiegandoci che lo possiamo tenere camminando: se si fanno passi più brevi, il ritmo sarà più veloce, se i passi sono più lunghi, sarà più lento."
Massimo, un componente dei Deaf Drums Road.
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