giovedì 23 febbraio 2012

La tecnica del MASSAGGIO sonoro.

 


"Nell'immaginazione asiatica l'uomo è nato dal suono e quindi è suono."





Recentemente ho avuto la possibilità di leggere un articolo interessante sul sito mondobenessereblog riguardo una tecnica che deriva dalla musicoterapia: il massaggio sonoro. Nel suddetto articolo si legge che "Recenti studi scientifici confermano che le vibrazioni sonore non inducono solo a un effetto rilassante, ma sono in grado di combattere disturbi psico-fisici più o meno gravi." Questo particolare massaggio terapeutico è stato creato a partire da quella che in India più di 5000 anni fa veniva chiamata "antica arte di guarigione".



Tramite l'utilizzo di particolari strumenti - come campane in puro cristallo o l'arpa monocorde - e di particolari lettini sonorizzati l'esperto è in grado di restituire il benessere psicofisico al paziente ripristinando il suo equilibrio corpo-mente



"Gli atomi delle cellule di ogni essere vivente vibrano in quanto forme di energia. E' come se ogni più piccola particella del nostro corpo suonasse una sua musica,componendo insieme alle altre un'originale armonia. Quando quest'ultima viene spezzata da cause come stress, traumi e inquinamento si manifesta il malessere. Per guarire è necessario accordare il corpo come fanno gli orchestrali con i loro strumenti." Sostanzialmente si ritiene necessario somministrare al soggetto suoni puri con un alto potere vibrazionale (così da essere efficace - secondo il mio parere - anche per le persone sorde) al fine di ricreare i chakra.

martedì 31 gennaio 2012

GRAVIDANZA in musica.

 


"L'essere umano è suono, anche se non lo sa o lo ha dimenticato."
Alfred Tomatis



 

La gravidanza è uno dei periodi più importanti nella vita di ogni donna, denso di emozioni positive ma anche di ansie e preoccupazioni.
Uno tra i metodi più efficaci e scientificamente dimostrati per contrastare queste tipiche ansie della gravidanza sembra essere quello della musicoterapia. Infatti, il docente e musicologo veneziano della Fondazione Premio Altino L. Trevisan sostiene che l'ascolto della musica sin dai primi mesi della gravidanza è molto utile per la madre; ciò perchè serve sia per creare un'atmosfera di rilassamento ma anche per instaurare una forma di comunicazione alternativa con il bambino.

 
Molte ricerche - illustrate in vari siti - mostrano come durante la gravidanza è efficace ascoltare determinate melodie piuttosto di altre o quali sono le musiche adatte ai tre trimestri della gravidanza.



Si afferma infatti, che la musica è in grado di mettere in uno stato di tranquillità la madre e di conseguenza anche il bambino; questo perché "l'attività fisica della madre, i suoi pensieri, le sensazioni che prova e le emozioni che vive si rispecchiano all'interno del suo corpo con sonorità variabili. L'accellerazione del battito cardiaco e del flusso sanguigno, la velocità respiratoria, le contrazioni muscolari, modificano le vibrazioni ritmico-sonore in cui è avvolto il bambino con le quali empaticamente entra in risonanza e ne percepisce le variazioni." Detto ciò si è capaci di affermare che il morale e il "tono vibratorio" della madre sono capibili da parte del bambino.
Questo "dialogo alternativo" con il bimbo è importante al fine di instaurare con quest'ultimo una forma di ascolto, empatia e Amore.


"Il suono è il veicolo privilegiato del contatto d'amore tra madre e bambino."

giovedì 26 gennaio 2012

Una magica SCOPERTA.

 

"A volte il mondo cerca di toglierti la speranza ma io credo nella musica così come certe persone credono nelle favole."
August Rush, La musica nel cuore





La ricerca ha mostrato che i neonati e i bambini piccoli - anche coloro che possiedono qualche disabilità - sono persone "sofisticate" in grado di apprendere e riprodurre musica.
"In realtà é proprio nei primissimi anni di vita che l'altissimo numero di connessioni sinaptiche presenti nel cervello dà la possibilità al bambino di avere un'ampissimo spazio di apprendimento: l'apprendimento naturale, che asseconda le potenzialità attitudinali con cui ognuno di noi nasce."

Avete ancora la chitarra che suonavate al liceo o il tamburello della vacanza in Africa? Perché non lasciare i vostri piccoli alla magica scoperta di questi strumenti? Perché non lasciare loro una libera espressione musicale, anche non convenzionale come quella  - riportata qui sotto - di August Rush in "La musica nel cuore"? 



Un'altra idea semplice potrebbe essere quella di costruire uno strumento originale in grado di far sentire le vibrazioni al bambino. L'anno scorso mi sono trovata ad aiutare i bambini della parrocchia nella costruzione di strumenti "casalinghi" per la festa dei ragazzi, tenutasi a Jesolo. In quest'occasione i bambini - armati di fantasia e materiali di recupero - sono stati capaci di concludere un loro piccolo progetto; essi - in base alle loro preferenze - sono stati chiamati a progettare un tamburo, un gong, una chitarra o un bastone della pioggia. Queste idee - soprattutto le prime - possono sicuramente essere riutilizzate quando si entra nello spazio educativo dei bambini sordi.





E se la pigrizia fa spesso capolino in famiglia si può semplicemente far suonare una pentola con una cucchiaio (loro le vibrazioni le sentono, garantito!)

venerdì 20 gennaio 2012

ABC: (in)segniamo la musica.

"Non conoscendo il linguaggio dei sordi, mentre segnavate la canzone sembrava una sorta di danza. [...] Oggi vedendo voi tradurre nel linguaggio dei segni vedevo danza e canto nella parte emotiva."
ABC a Italia's got Talent

Navigando sul web ho trovato un video che ha attirato la mia attenzione. Questo video riguarda il debutto del gruppo ABC.LIS  che ha partecipato alla scorsa edizione di Italia's got Talent. Nel filmato mi hanno colpito molto le parole - da me precedentemente riportate - con cui Maria De Filippi ha descritto questi ragazzi; soprattutto però mi ha colpito come loro siano stati in grado di esprimere una miriade di emozioni solamente con l'utilizzo di due mani e di un sorriso unico.
Questo esperimento nasce nel 1994 a Cossato quando nella Scuola dell'Infanzia Statale - dopo l'inserimento di quattro bambine sorde - si compie una scelta impegnativa: il bilinguismo "erga omnes". L'esperienza di formazione - prima scolastica ma successivamente anche socio-culturale - è avvenuta grazie alla speciale collaborazione di professionisti (insegnante, interprete LIS, logopediste, educatore sordo, il dirigente scolastico). Quest'esperienza è risultata talmente positiva che - con il passare del tempo e con un maggior numero di iscizioni di studenti sordi -  questo tipo di percorso scolastico si è prolungato fino alle superiori. 
 
Acquadro, Bertaglia, Coda


Nel contatto facebook delle ABC ho trovato due post scritti da parte delle educatrici che mi sembrava doveroso condividere con voi.




"La metodologia adottata si è incentrata sulla scelta di attività che mettano in gioco le conoscenze di tutti i bambini in modo che tutto ciò che è conoscenza individuale diventi comune. [...] A questo scopo sono utili sia le situazioni didattiche che quelle a-didattiche, come ad esempio il gioco, in cui l'allievo opera, implicandosi personalmente. Questa "implicazione" è l'obiettivo principale del nostro lavoro. In pratica, le insegnanti diventano registi nascosti che controllano lo svolgersi di un lavoro che intervengono solo dopo le scoperte effettuate dai bambini stessi."


"Per essere davvero tutti uguali occore riconoscere la  diversità di ognuno: rispettare la specificità linguistica e culturale dell'apprendimento del bambino sordo significa, pertanto, offrirgli anche interventi specifici, personalizzati, che nascano direttamente dai bisogni linguistici reali di ciascuno. La Scuola dell'Infanzia è caratterizzata dall'immersione naturale nell'esperienza, nelle relazioni e nella lingua. Qui si mettono le basi della competenza comunicativa."

giovedì 19 gennaio 2012

COSA scegliere?



"Giocare significa allenare la mente alla vita. Un gioco non è mai solo un gioco."
Stephen Littleword 




Come già anticipato nel post precedente, quando un educatore (o il caregiver) si trova nel momento dell'acquisto del giocattolo è importante che segua determinati criteri al fine di compiere una buona scelta. In particolare, questi criteri dovrebbero essere seguiti quando si entra a contatto con una qualsiasi forma di disabilità.

Secondo la dottoressa F. Caprino, nell'ambito dell'ipoacusia è bene fare una distinzione. Infatti, i bimbi molto piccoli saranno attirati maggiormente dai giocattoli che si muovono, vibrano e con effetti speciali (ad esempio lucine ad intermittenza), mentre i più grandicelli dovranno essere portati ad aggirare le difficoltà linguistiche. Nel campo tecnologico sarà necessario l'utilizzo di videogames - o altri giochi - con istruzioni sottotitolate.

L'educatore dovrebbe progettare attività e giochi all'interno dei quali creare forme comunicative alternative (dalle semplici parole scritte ai segni LIS, dalle semplici espressioni del viso ai gesti particolari).



Inoltre, risulta importante progettare - oltre a specifiche attività di musicoterapia e psicomotricità - particolari percorsi musicali. Tutto ciò può essere attuato anche grazie a specifiche applicazioni che siano in grado di tradurre le brevi composizioni musicali del bimbo graficamente tramite l'utilizzo di immagini, colori e altro.





martedì 17 gennaio 2012

TECNOLOGIA speciale.


Arrivare lì dove la parola non arriva.
Questo è lo scopo di una nuova applicazione per Iphone e Ipad che consente ai bambini sordi (e/o affetti da altre disabilità) di comunicare. E' proprio così, i metodi touch screen stanno cambiando la vita a numerosi soggetti disabili. 
Questa straordinaria applicazione consente ai genitori di registrare frasi o parole utili alla vita quotidiana e all'occorrenza il bambino non dovrà che appoggiare il dito (o semplicemente sfiorare) un'icona corrispondente sullo schermo al fine di ripetere le registrazioni relative ad emozioni, bisogni e quant'altro. 

L'idea proviene da un padre di un bambino di 5 anni che - "grazie" ad una malattia genetica - incontra molte problematiche nella comunicazione. Successivamente la bozza di questo padre così pieno di creatività e Amore fu sviluppata alla Wake Forest University ed è adesso in grado di fornire un ulteriore aiuto a molti bimbi di tutto il mondo. 


Questa nuova applicazione potrà essere utilizzata anche da bambini che sono affetti da altre patologie. Un esempio è rappresentato da un bambino di New York affetto da atrofia muscolare spinale che casualmente ha sfiorato l'icona dell'Ipad del fidanzato della sua baby-sitter; per la prima volta il bambino - tramite un'azione svolta autonomamente - ha iniziato a comunicare con i genitori.




Una nuova invenzione che va ad aggiungersi alle altre che in passato erano state create e che hanno garantito una vita migliore anche ai bambini sordi.

La scelta del GIOCATTOLO speciale.


Parlando del setting ludico - che è necessario creare nel momento del gioco - è stata citata anche l'importanza che assume il giocattolo che si mette a disposizione.
Innanzitutto, ritengo che - quando si trovano nella situazione di comprarne uno nuovo - i genitori e gli educatori siano in un certo senso obbligati ad entrare in contatto con i primi quattro aspetti fondamentali del bambino: l'età cronologica, la sua personalità, lo stadio di sviluppo raggiunto e - non di meno importanza - i suoi interessi. Inoltre, in termini educativi è fondamentale tenere in considerazione la riparabilità del giocattolo e il grado di autonomia che esso è in grado di offrire.
Nell'ambito della disabilità si sostiene che bambini che possiedono la stessa menomazione abbiano comunque delle richieste ludiche differenti.
Per quanto riguarda la scelta dei giocattoli è possibile compiere una distinzione:
  1. giocattoli e altri materiali reperibili sul mercato che per i loro caratteri possono essere utilizzati facilmente anche da chi presenti qualsiasi tipo di disabilità;
  2. giocattoli comuni adattati per venire incontro a specifici deficit (ad esempio un puzzle cui vengano applicati dei piccoli magneti che ne rendano più semplice il posizionamento);
  3. giocattoli costruiti secondo i moderni criteri della progettazione universale al fine di venire incontro - da ogni punto di vista - alle esigenze di più soggetti possibili.
Penso sia utile comunque che le soluzioni ludiche migliori siano da ritenersi quelle che nascono dall'immaginazione e dal confronto di esperienze di genitori ed educatori.

 

 "Nei loro giochi i bambini fanno tutti quei movimenti necessari per convincerci che le loro immaginazioni sono delle realtà."  
Joseph Joubert

    venerdì 13 gennaio 2012

    Il SETTING ludico.


    Come sostiene ancora la dottoressa F. Caprino, nonostante il gioco ricopra le stesse funzioni nei bambini sordomuti, c'è da considerare il fatto che possono comunque nascere alcune difficoltà di interazione tra bambini udenti e non. Queste difficoltà di relazione ludica possono essere migliorate grazie ad un'accurata attenzione nella preparazione del setting di gioco. In questo modo, si possono superare i problemi posti dalla disabilità introducendo una maggiore autonomia e libertà ludica.
    Gli elementi principali che ci si trova necessariamente a valutare nella preparazione di un particolare setting sono:

    • lo spazio di gioco (facendo attenzione alla differenza tra spazio aperto e chiuso, illuminato o meno, lo spazio di attività, la disposizione del materiale ludico...);
    • la scelta del gioco da svolgere con particolare attenzione all'aiuto che possono offrire i coetanei (ma anche gli educatori o il caregiver) in determinate attività;
    • la postura del bambino e il suo ruolo (anche in relazione ad eventuali compagni di gioco con i quali instaura diverse dinamiche che potrebbero risultare anche conflittuali);
    • la scelta del materiale e dei giocattoli a disposizione.



    "Il gioco del bambino è determinato dai desideri, anzi da un unico desiderio (che contribuisce alla sua educazione), il desiderio di essere grande e adulto."
    Sigmund Freud

      Gioco: diversi soggetti, STESSA funzione.



        "Se la vita non ti offre un gioco che valga la pena giocare, inventane tu uno nuovo."
      Anthony J. D'Angelo


       

      Il gioco rappresenta un mezzo privilegiato per la scoperta del mondo esterno grazie a cui si tenta di raggiungere uno sviluppo cognitivo, motorio e sociale efficiente. Inoltre, ritengo che l'attività ludica abbia il fondamentale fine di sperimentare nuovi ruoli sociali (ad esempio, tramite il gioco simbolico e quello di finzione) e di accrescere la creatività del soggetto. 
      Come già introdotto e come sostenuto dalla dottoressa Caprino, il gioco ricopre le medesime funzioni nei bambini sordi. Infatti, dal momento che risponde ad un bisogno intrinseco del bambino esso deve essere considerato come un diritto naturale ed imprescindibile del bimbo. Perciò, l'attività ludica rivolta ai bambini sordomuti non può essere intesa come una semplice attività riabilitativa ma è necessario tenere in considerazione anche il divertimento e la spontaneità. In questo senso l'atto del giocare viene paragonato all'atto del comunicare.
      Inoltre, credo possa essere ritenuto rilevante - oltre che tra educandi ed educatori (genitori, insegnanti...) - una continua interazione tra gli stessi educatori in modo che ci sia un concreto confronto tra le diverse chiavi di lettura dei bisogni del bambino. In questo modo, si potrà consentire la realizzazione di attività di gioco creative e stimolanti per la crescita psicosociale del bambino.

      giovedì 12 gennaio 2012

      Uno sguardo alla RICERCA.

      Nell'ambito del gioco rivolto ai bambini non udenti sono state svolte varie ricerche importanti.

      Tra le più famose ricordo quella condotta da Vandell e Gorge che compararono il gioco in coppie tra bambini sordi e quello tra bambini udenti. I risultati dimostrarono che i primi iniziavano maggiormente le relazioni di gioco con i pari. Nonostante ciò, i bambini udenti rispondevano alle richieste di gioco dei loro coetanei il 75% delle volte quando invece i bimbi con deficit uditivo solamente il 40 %.  


      Secondo gli studiosi questo è da attribuire al fatto che i piccoli soggetti non udenti non fossero consapevoli delle richieste di gioco che provenivano da parte di alcuni bambini.

      Precedentemente, nel 1981 Higginbotham e Baker misero a confronto infanti (tra i 47 e i 66 mesi) udenti e non, arrivando alle conclusioni che gli ultimi dedicavano meno tempo al gioco cooperativo (associativo e collaborativo) rispetto al gioco solitario. Queste conclusioni sono da correlare probabilmente alla mancanza parziale di competenze sociali che non sono in grado di costruire buone interazioni interpersonali.

      sabato 7 gennaio 2012

      Gioco SPECIALE.

      "Soltanto nel gioco è possibile per l’uomo essere veramente libero. Il gioco costringe alla parità perché a tutti i giocatori sono state impartite le stesse istruzioni, e inoltre mette in pratica la certezza del diritto, perché un gioco può esistere soltanto nel rispetto delle regole."
      Gioco da ragazzi, Juli Zeh
       
      Il gioco riveste un ruolo fondamentale nei confronti dei bambini sordomuti. Infatti, esso ha come fini principali forti fiducia e senso di sè che portano successivamente alla formazione dell'identità personale. 

      I bambini sordomuti incontrano nel momento del gioco una difficoltà, quella della risposta a determinati gesti dei loro coetanei; ciò perché essi si trovano a dimezzare l'attenzione tra le dinamiche del gioco e le richieste dei compagni del gioco stesso.  Infatti, i bambini udenti sono in grado di di ascoltare e rispondere contemporaneamente e contestualmente al gioco quando invece i bambini sordi sono in un certo senso obbligati a compiere una scelta tra le due attività. Per cui quando lo sguardo di questi bambini speciali è attratto dall'aspetto materiale del gioco (gli oggetti), la conversazione - fondamentale nel gioco cooperativo e parallelo - non viene considerata. 
      Inoltre, il gioco simbolico assume una grande importanza. Infatti, esso permette al bambino di distinguere tra realtà e finzione, tra gli oggetti e il loro significato.


      Dal momento che il gioco risulta un mezzo importante per la formazione di un'identità personale ma anche sociale sono state realizzate diverse iniziative originali - come il ludobus - affinché i bimbi con deficit uditivi possano contare sulla presenza di strutture consone alle loro esigenze.

      martedì 3 gennaio 2012

      L'importanza del GIOCO.

      "L'uomo è pienamente tale solo quando gioca."
      Schiller


      Dopo aver fatto una panoramica sull'importanza della musica nei bambini sordomuti è necessario sottolineare anche il ruolo del gioco (sempre rivolto a questa categoria di soggetti). Innanzitutto, ritengo fondamentale delineare i caratteri generali del gioco e gli effetti che esso produce sul piano socio-cognitivo di ogni bambino. E' per questo motivo che, come scriveva Montaigne, "il gioco dovrebbe essere considerato l'abilità più seria dei bambini". 

      I bambini iniziano a giocare sin da piccoli e percorrono specifiche fasi di gioco appunto. 
      Il gioco sensomotorio è quello che caratterizza l'infante nei primi mesi di vita e che - come si comprende dalla denominazione - coinvolge sia i sensi che il movimento; si entra in contatto con questo tipo di gioco quando si nota il bimbo mettere il dito in bocca o giocare con il corpo del caregiver - ossia la persona adulta di riferimento che normalmente corrisponde alla madre - o ancora agitare un sonaglietto. 

      Inoltre, intorno ai due anni, troviamo i primi segni del gioco simbolico durante il quale i bambini sono attratti molto più dai giocattoli che dai possibili compagni di gioco; in questa fase il bimbo - tramite l'interazione con la bambola o con la macchinina - mette in atto una scena, una finzione che gli possa permettere di realizzare astrattamente i desideri, di sfogare le ansie, le paure e le frustrazioni. 

      Dopo questo stadio, il momento del gioco solitario comincia ad alternarsi al gioco parallello; iniziano ora le interazioni con i coetanei. 
      Successivamente il gioco associativo - che prevede un'interazione non coordinata - si trasforma in quello collaborativo - che ha come punto fondamentale la collaborazione tra i bambini al fine di raggiungere il medesimo scopo.
       
      Infine, sono importanti il gioco di finzione - dove il soggetto ricrea situazioni che ha già sperimentato - e quello di drammatizzazione - in cui un gruppo di bambini sperimenta ruoli, modelli e regole sociali.





      Il gioco stesso può quindi essere considerato una palestra per l'apprendimento e le abilità sociali ma anche un "teatro per l'inconscio".

      Il coro MANOS BLANCAS.

      "Un esempio di coraggio, disciplina, solidarietà e ancora amore per la musica. 
      E fiducia nelle possibilità di tutti." 

      Manos Blancas

      La musica non possiede alcun tipo di barriera e l'iniziativa del coro de las Manos Blancas - messa in pratica dalla fine degli anni Novanta - ne è un concreto esempio. 

      L'idea proclamata dal governo venezuelano è quella di inserire nella società - attraverso la musica appunto - tutti gli individui che sono stati per troppo tempo ignorati o esclusi. Ed è proprio per questa ragione che nei cori de las Manos Blancas siamo in grado di vedere l'integrazione tra bambini con deficit di vario genere e bambini normodotati. 

      Nei loro spettacoli si nota come l'atmosfera suggestiva venga resa possibile da una perfetta combinazione tra le aree orale e gestuale. Infatti, ogni bambino a seconda delle proprie competenze possiede diversi speciali compiti. In particolare, la parte orale viene svolta principalmente dai bambini autistici o con difficoltà di apprendimento o, ancora, con deficit motori, cognitivi, visivi ma anche dai bambini normodotati; invece, la parte gestuale viene svolta dai bambini con deficit uditivi. 

      Grazie all'utilizzo di guanti bianchi (o colorati a seconda dell'opera che si trovano ad interpretare) riescono a cantare con le mani. Insomma, i cori Manos Blancas "sentono" la musica e la riproducono in un modo alquanto originale. Questi speciali bambini - che hanno ottenuto un grande successo - fanno oscillare, modificandone l'andatura (vale a dire accellerando e rallentando), le loro mani a seconda dell'opera che vogliono riprodurre. 

      Unendo la pratica strumentale, il gesto e l'espressione verbale, questi bambini - uniti nei coro Manos Blancas - sono ancora in grado di conquistare la stima di grandi musicisti e direttori d'orchestra e di regalare emozioni attraverso la LORO musica.