venerdì 13 gennaio 2012

Gioco: diversi soggetti, STESSA funzione.



  "Se la vita non ti offre un gioco che valga la pena giocare, inventane tu uno nuovo."
Anthony J. D'Angelo


 

Il gioco rappresenta un mezzo privilegiato per la scoperta del mondo esterno grazie a cui si tenta di raggiungere uno sviluppo cognitivo, motorio e sociale efficiente. Inoltre, ritengo che l'attività ludica abbia il fondamentale fine di sperimentare nuovi ruoli sociali (ad esempio, tramite il gioco simbolico e quello di finzione) e di accrescere la creatività del soggetto. 
Come già introdotto e come sostenuto dalla dottoressa Caprino, il gioco ricopre le medesime funzioni nei bambini sordi. Infatti, dal momento che risponde ad un bisogno intrinseco del bambino esso deve essere considerato come un diritto naturale ed imprescindibile del bimbo. Perciò, l'attività ludica rivolta ai bambini sordomuti non può essere intesa come una semplice attività riabilitativa ma è necessario tenere in considerazione anche il divertimento e la spontaneità. In questo senso l'atto del giocare viene paragonato all'atto del comunicare.
Inoltre, credo possa essere ritenuto rilevante - oltre che tra educandi ed educatori (genitori, insegnanti...) - una continua interazione tra gli stessi educatori in modo che ci sia un concreto confronto tra le diverse chiavi di lettura dei bisogni del bambino. In questo modo, si potrà consentire la realizzazione di attività di gioco creative e stimolanti per la crescita psicosociale del bambino.

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