martedì 3 gennaio 2012

L'importanza del GIOCO.

"L'uomo è pienamente tale solo quando gioca."
Schiller


Dopo aver fatto una panoramica sull'importanza della musica nei bambini sordomuti è necessario sottolineare anche il ruolo del gioco (sempre rivolto a questa categoria di soggetti). Innanzitutto, ritengo fondamentale delineare i caratteri generali del gioco e gli effetti che esso produce sul piano socio-cognitivo di ogni bambino. E' per questo motivo che, come scriveva Montaigne, "il gioco dovrebbe essere considerato l'abilità più seria dei bambini". 

I bambini iniziano a giocare sin da piccoli e percorrono specifiche fasi di gioco appunto. 
Il gioco sensomotorio è quello che caratterizza l'infante nei primi mesi di vita e che - come si comprende dalla denominazione - coinvolge sia i sensi che il movimento; si entra in contatto con questo tipo di gioco quando si nota il bimbo mettere il dito in bocca o giocare con il corpo del caregiver - ossia la persona adulta di riferimento che normalmente corrisponde alla madre - o ancora agitare un sonaglietto. 

Inoltre, intorno ai due anni, troviamo i primi segni del gioco simbolico durante il quale i bambini sono attratti molto più dai giocattoli che dai possibili compagni di gioco; in questa fase il bimbo - tramite l'interazione con la bambola o con la macchinina - mette in atto una scena, una finzione che gli possa permettere di realizzare astrattamente i desideri, di sfogare le ansie, le paure e le frustrazioni. 

Dopo questo stadio, il momento del gioco solitario comincia ad alternarsi al gioco parallello; iniziano ora le interazioni con i coetanei. 
Successivamente il gioco associativo - che prevede un'interazione non coordinata - si trasforma in quello collaborativo - che ha come punto fondamentale la collaborazione tra i bambini al fine di raggiungere il medesimo scopo.
 
Infine, sono importanti il gioco di finzione - dove il soggetto ricrea situazioni che ha già sperimentato - e quello di drammatizzazione - in cui un gruppo di bambini sperimenta ruoli, modelli e regole sociali.





Il gioco stesso può quindi essere considerato una palestra per l'apprendimento e le abilità sociali ma anche un "teatro per l'inconscio".

2 commenti:

  1. Ciao! Ma allora è normale che mio figlio Simone che ha poco più di due anni, preferisca giocare da solo invece che con altri bambini??

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  2. Salve. NORMALISSIMO :) In base alle mie esperienze di stage ho capito che normalmente è durante l'inserimento nella scuola dell'infanzia il periodo in cui ogni bambino inizia a costruire i primi legami (con persone che non rientrano nel nucleo familiare). Magari per insegnare al suo piccolo che, oltre ai giocattoli, ci sono anche altri compagni di gioco inviti un paio di amici (con figli coetanei di Simone) per una chiaccherata e organizzi un semplice gioco "di gruppo" (dove i giocattoli saranno banditi!). Mi faccia sapere :)

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